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Sanguineti sulla poesia (intervista)

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- Nel '76 lei scrisse una “ricetta della poesia” in versi. Ce ne ricorda gli ingredienti?

L'idea è ripresa da alcune notazioni di Stendhal, ma la poesia è piena di ironia, benché molto seria. L'ingrediente principale è “un piccolo fatto vero, se possibile fresco di giornata”: elementi della realtà, per lo più impoetici, banali, marginali da portare a una dimensione allegorica. Mi sembra, questa, una strategia tipica di una possibile modernità. Il poeta della modernità fa un lavoro individuale, l'unico strumento che gli rimane è la lirica. Allora, cosa può fare? Proporsi come testimone. Testimone del “fatto vero”. E' quello che io chiamo volentieri realismo allegorico. Un realismo, cioè, non mimetico. E' la mia vecchia, cara coppia: ideologia e linguaggio. Un fatto diventa un sintomo degno di essere raccolto, raccontato, lavorato. Molto della forza della poesia deriva dal fatto che essa insinua una visione del mondo, non la declama. Una natura morta o un paesaggio possono sembrare estranei al mondo. Invece le scarpe di Van Gogh, un paesaggio di Cézanne comunicano una visione del mondo. Ma in una apparente innocenza, che ne aumenta la seduzione.

(intervista di Maria Serena Palieri comparsa sull'Unità del 22-11-2002)

 Guglielmo Peralta - 24/01/2013 11:06:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Il primo "ingrediente" della poesia è la vocazione poetica, senza la quale nessun "piccolo fatto vero", nessun uovo di giornata si può sbattere, frullare, montare...

 Antonio De Marchi-Gherini - 20/05/2010 01:10:00 [ leggi altri commenti di Antonio De Marchi-Gherini » ]

Ironia e gioco fatti carne. Con quella faccia un po’ così...Dal Corsera di oggi, apprendo che si è sposato l’anno della mia nascita, dunque un amore durato 56 anni. E la moglie stupita che il suo Edoardo se ne sia andato così, con poche parole. Lui che ci giocava fino ad essere divinamente prolisso e senza circordarsi di quell’aurea da vate che tanti mediocri, ma ben accasati editorialmente si danno e poi un compagno senza se e senza ma, uno dalla parte dei perdenti sempre, anche se oggi non é più di ’moda’ con l’egoismo e l’individualismo imperante.

 leopoldo attolico - 18/05/2010 18:42:00 [ leggi altri commenti di leopoldo attolico » ]

"Un fatto diventa sintomo degno di essere raccolto , raccontato , lavorato ".
Quale migliore indicazione per una ricetta della creatività ?
Ma in altre occasioni ( non rare ), Sanguineti indicava l’"ego" come vettore importante di comunicazione in ambito poetico ; un ego oggettivato in grado di farsi storia di tutti , in cui tutti possano riconoscersi .

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